Consulenze e orientamento alla scelta

La felicità, che il lettore lo sappia, ha molte facce. Viaggiare probabilmente è una di queste.

Affidi i fiori a chi sappia badarvi, e incominci. O ricominci. Nessun viaggio è definitivo.

Jose’ Saramago, Viaggio in Portogallo

Sempre più spesso ci troviamo a scegliere, magari con tempi stretti, idee confuse e poca motivazione nel farlo. Eppure saper, poter e voler decidere in autonomia e libertà, accordandosi alle proprie inclinazioni e, perché no, desideri, ci rende davvero protagoniste/i della nostra vita e socialità, favorendo movimenti funzionali a un pieno sviluppo sia personale sia professionale. Gli incontri di counseling proposti mirano a facilitare questo processo a partire dalla persona: avere consapevolezza delle proprie competenze, anche quelle non manifeste, potenziare l’ autostima e disporre di alternative con cui attribuire senso e significato a sé, agli altri e al proprio mondo, si traduce in strategie e scelte efficaci a fronte di accadimenti particolarmente significativi così come
nella quotidianità.

Percepirsi così responsabili delle proprie decisioni può essere piuttosto faticoso e fonte di minaccia, eppure agire svincolandosi dal senso di impotenza e vittimismo, spesso sotteso da una scelta avvertita come obbligata e univoca, innesca un circolo virtuoso e di benessere diffuso, nella valorizzazione di sé come artefice e artista del proprio percorso di vita.

Il ciclo di consulenze è pensato breve nel tempo, circoscritto agli obiettivi utili nel ‘qui ed ora’ e spesso invita la persona a una partecipazione attiva e di creatività, ad esempio nel racconto e autoritratto attraverso i propri abiti, ritenuti preziosi, talvolta inconsapevoli, strumenti conoscitivi e discorsivi di sé.
In occasione del primo incontro verranno esplorate e approfondite le modalità e tecniche di intervento ritenute più efficaci in accordo alla soggettiva unicità di ciascuno/a.

Di seguito e in sintesi alcune proposte di consulenza e orientamento alla scelta.

Bilancio di competenze

Uno strumento efficace per riconoscere, mappare e valorizzare competenze personali e professionali potendo così gestire al meglio la scelta del proprio percorso formativo, del volersi/doversi ri-collocare nel mercato del lavoro, di un diverso piano di studi o carriera e così via. Conoscenze e abilità, caratteristiche ed esperienze vengono meglio definite e oggettivate per intrecciarsi in modo funzionale nel proprio profilo alla ricerca di quei contesti ritenuti più in sintonia con quanto emerso. Sarà così anche possibile la rilettura del proprio curriculum, sperimentarsi in strategie di comunicazione e ricerca attiva efficaci, ipotizzare nuovi e diversi ruoli, al fine di muoversi in modo consapevole e sicuro anche tra richieste di flessibilità e incertezza diffusa.

Il cambio d’abito

In modo più specifico, e attraverso la metafora dell’abito, un ciclo di incontri per gestire al meglio e in modo creativo un cambiamento imminente, più o meno atteso, desiderato e imposto specie, ma non solo, in ambito lavorativo. Cambiarsi d’abito non implica necessariamente una rivoluzione/annullamento del proprio stile, può anzi, come qui inteso e facilitato, divenire preziosa occasione per ampliare il proprio guardaroba: più che togliere e dismettere abiti in modo definitivo, aggiungere possibilità per sperimentarsi in combinazioni diverse.

L’abito che vorrei

Un laboratorio psico sartoriale dove raccontare e acquisire consapevolezza del proprio modo di ‘abitare’ i vestiti così da poter anticipare il modello ideale da indossare, dando voce e affermando il proprio sé per piacersi e muoversi con determinazione.Adottando un approccio per lo più creativo in chiave sartoriale, comunque in accordo alla personale voglia e inclinazione artistica, si ripercorre il proprio abbigliamento tra parole e tessuti: vengono così dipanati e intrecciati i ‘fili rossi’ preferiti e ritenuti funzionali alla mobilitazione e realizzazione del proprio sé e abito desiderati.

Le scelte ‘da femmina’.

Una proposta, rivolta in particolare alle donne, per riflettere di stereotipi di genere e dei loro possibili effetti sui processi decisionali nella sfera privata e nel mercato del lavoro. Acquisire consapevolezza su eventuali prescrizioni e norme a cui aderire, volutamente o meno, per allinearsi al cliché del femminile culturalmente veicolato, è il primo passo per svelare ed infrangere i fattori d’impasse a una scelta davvero libera: poter ascoltare, seguitandole, le proprie inclinazioni, valorizzare le proprie e altrui diversità slegate da modelli imposti a cui conformarsi al fine di promuovere la propria unicità e sperimentarsi autonome e liberamente creative.

Roberta Palleschi

Psicologo, psicoterapeuta, e dottore di ricerca in scienze cognitive.